Killing Time by Lee Child

Killing Time by Lee Child

autore:Lee Child [Child, Lee]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thrillers
editore: Longanesi
pubblicato: 2012-07-10T22:00:00+00:00


SOS ANIMALI

di Dennis Lehane

Bob trovò il cane nella spazzatura.

Era passato da poco il giorno del Ringraziamento e il quartiere taceva, smaltendo i postumi della sbronza. Dopo aver lavorato come barista al Cousin Marv’s, Bob a volte faceva un giro a piedi per le strade. Era grosso e grasso e fin dall’adolescenza gli erano cresciuti peli su tutto il corpo, fin nei punti più improbabili. Intorno ai vent anni, aveva combattuto la peluria, portandosi dietro nella tasca del cappotto un paio di forbicine e rasandosi due volte al giorno. Si era battuto anche contro il peso, ma in tutti quegli anni di lotte nessuna ragazza che non fosse pagata per farlo aveva mai mostrato alcun interesse per lui. Dopo un po’, aveva abbandonato la lotta. Viveva solo nella casa in cui era cresciuto, e quando era sembrato probabile che lo inghiottisse con i suoi odori, ricordi e divani scuri, i tentativi di sfuggirla da lui compiuti - ritrovi della chiesa, picnic nei boschi, e una tremenda festicciola organizzata da un servizio di dating — non avevano fatto che aprire ancor di più la ferita, lasciandolo a ricucirla per settimane, maledicendosi per aver sperato.

Perciò faceva quelle sue camminate e, se gli andava bene, a volte si dimenticava che le persone potessero vivere in altri modi. Quella volta si fermò sul marciapiede, sentendo il cielo d’inchiostro sopra di sé e il freddo sulle dita, e chiuse gli occhi per tener lontana la sera.

Ci era abituato. Ci era abituato. Andava tutto bene.

Potevi fartelo amico, se non lo combattevi.

Con gli occhi chiusi, lo senti: un guaito sfiancato accompagnato da un grattare lontano e uno sferragliare più acuto, metallico. Aprì gli occhi. Cinque o sei metri più in là, sul marciapiede, un grosso bidone di metallo dal coperchio pesante dondolava piano sotto il fascio di luce gialla dei lampioni, mentre il fondo sfregava sul marciapiede. Bob si fermò sopra il contenitore e sentì ancora quel guaito, il verso di una creatura a cui mancava un respiro solo per decidere che era troppo faticoso tirare il successivo, e sollevò il coperchio.

Dovette rimuovere alcuni oggetti per raggiungerlo, un tostapane e cinque spessi volumi delle Pagine gialle, il più vecchio che risaliva al 2000. Il cane - molto piccolo, oppure un cucciolo - era proprio sul fondo, e rannicchiò la testa contro il petto quando la luce lo colpì. Esalò un gemito attutito, a sbuffo, e si raggomitolò ancor di più, gli occhi ridotti a fessure. Una cosetta macilenta. Bob gli vedeva le costole. Vedeva una grossa crosta di sangue rappreso vicino all’orecchio. Niente collare. Era marrone, con il naso bianco e zampe che sembravano enormi per quel corpicino.

Emise un guaito più acuto quando Bob si chinò, gli piantò le dita nella collottola e lo sollevò estraendolo dai suoi stessi escrementi. Bob non conosceva granché i cani, ma non c’era modo di confondere quello con qualcosa che non fosse un boxer. E’ decisamente un cucciolo, con i grandi occhi marroni che si aprivano e fissavano i suoi mentre lo teneva sollevato davanti a sé.



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